La Croce svetta sull'Alpe
17 settembre 1901
Da sempre era stato lassù minaccioso d'inverno, scosso dalle
tempeste, imbiancato di neve e luccicante di ghiacci; solamente nella buona stagione i pastori, dalla Valdantena, dalla Rocca e Lusignana, dal Bosco e da Cirone, ne risalivano le balze con mandrie di capre e pecore.
Ai suoi piedi passavano, lungo una antichissima via chiamata ancor oggi "Lombarda", mercanti, soldati e pellegrini, costretti a percorrere questa strada, più disagiata rispetto
alle altre due, di Monte Bardone e del Brattello, nei periodi di maggior turbolenza, o per la peste o per le guerre.
questo era l'Orsaro.
Poi i tempi più recenti nei quali gli uomini anelano le cime, le bellezze e le asperità dei luoghi più alti, non più trascinati dalla necessità ma attratti dalla ricerca di qualcosa di più infinito e più grande.
Forse tali sentimenti animavano quei giovani che, nel giorno di Santa Maria, il 15 agosto 1899 si radunarono al Lago Santo per costituire e fondare
"La Giovane Montagna", Socetà dell'Appennino di qua e di là dal monte, come si diceva allora Lunigiana e Val di Parma.
Durante quell'adunata si diceva, tra le altre cose, di erigere sulla catena dell'Orsaro un segno, forse una croce o qualcosa d'altro: l'idea era lanciata!
L'anno seguente è il 1900: anno di giubileo, di numerose e impegnative iniziative. Sulle cime del nostro Appennino vengono erette la Cappelle alla Madonna dell'Alpe sul Monte Zuccone (mt. 1.423), la Cappella sul Monte Dosso in Val di Ceno (mt. 1.275),
la Cappella al Faggio Crociato tra Zeri e Albareto. Ma sull'Orsaro non viene edificato nulla, come ricorda, rammaricandosene, il Micheli quando, il 13 luglio 1901, sulla Giovane Montagna l'appello per l'erezione "di una colossale Croce di ferro".
"Nello scorso anno allorquando si ebbe occasione di promuovere sopra parecchie delle nostre vette Appennine l'erezione di religiosi ricordi dell'anno
santo e del passaggio di secolo, in omaggio a Gesù Cristo Redentore, prima fra esse venne annoverata quella sul Monte Orsaro (mt. 1.860) e la designazione fu accolta con vivo entusiasmo dalle popolazioni tanto del versante Parmense come quello Pontremolese.
Varie cause, che non è qui caso di esporre, hanno impedito di attuare nello scorso anno il concepito divisamento. Ma ora che il Faggio Crociato ed i monti Fiorino, Fuso e Barigazzo hanno già le loro cime consacrate di devoti edifizii e simulacri,
non deve rimanere vana l'iniziativa che prima di ogni altra era sorta".
L'appello è controfirmato, con entusiasmo, dai Vescovi
di Parma, mons. Francesco Magnani, e di Pontremoli, mons. Angelo Fiorini.
I numeri successivi della "Giovane Montegna" sono zeppi dei
nomi dei sottoscrittori l'iniziativa. Tutti i paesi al di sotto del Monte aderiscono in massa all'iniziativa. Dovunque si attivano uno o più collettori: in Val di Parma al Bosco, a Corniglio, Berceto, Bergotto,Marra, Rocca Ferrara, Noceto, Canetolo,
Sesta Inferiore, Vestana, Casa Selvatica,Colorno, Fugazzolo, Gorro, Lozzola, Corchia; in Val di Magra a Pontremol, Pracchiola, Groppodalosio, Casalina, Versola, Topleca, Seravalle, Caprio, Filattiera, Cavalana, Lusigna, Treschietto, Bagnone, Orturano, Filetto,
Vico.
Spesso l'offerta è modesta, come più che modeste erano le condizioni economiche dei contadini della nostra montagna
in quell'epoca, falcidata dell'emigrazione e dalla crisi di una agricoltura di mera sopravvivenza; ma alla fine la somma raccolta, di ben 1.194 lire e 32 centesimi, sarà più che sufficente alla realizzazione dell'opera.
Il lavoro di costruzione della Croce è affidato alla ditta "Cugini e Mistrali" di Parma che, in brevissimo tempo consegna i pezzi.
Sul numero 34 del 24 agosto ecco finalmente l'annuncio: "Lunedì mattina la Croce completa, del peso di oltre 13 q.li, è partita da Parma per Corniglio".
Sul nomero seguente (31 agosto 1901) scrive il Micheli: "... il primo pezzo della Croce è giunto sulla vetta mercoledì, portato a spalla da Don Spagnoli Ettore del Bosco e da Don Berzieri Amilcare, Arcipret di Corniglio. Giovedì da me
e dai fratelli Angella (di Pontremoli) furono portati su altri pezzi... Nello stesso giorno tutta la Croce, compresi i quattro pezzi grossi e non trasportabili coi muli, era giunta al Lago Santo... in vetta sono già state scavate le fondamenta..."
Arriviamo così al 17 settembre, giorno della solenne inaugurazione, tra una grande folla convenuta dai due versanti dell'Orsaro.
E' il Vescovo di Pontremoli, mons. Angelo Fiorini, battagliero frate capuccino, a benedire la grande Croce. Giovane per età (aveva appena
40 anni) e per il ministero (da poco più di un anno era stato nominato Vescovo) era salito a piedi da Treschietto fin sulla vetta del Marmagna. L'impresa poteva dirsi felicemente conclusa.
Nell'ottobre dello stesso anno scriveva il Micheli: "qualcuno temeva che la Croce piegasse ai primi venti impetuosi: orbene, nella scorsa settimana lassù è imperversata una bufera colossale
e spaventosa; alcuni valligiani che alcuni giorni dopo salirono l'Orsaro per vedere da vicino gli effetti, mi fanno sapere ora dal Bosco che la Croce è rimasta ferma ed intatta, dimostrando così l'intenzione di non voler smuovere..."
Purtroppo non sarà così; il grande peso, l'altezza notevole del manufatto, l'esposizione al vento e ai ghiacci, causeranno un primo
cedimento, poi un secondo e la Croce rimarrà u lungo piegata e riversa al suolo.
Dopo oltre 30 anni dal secondo cedimento, nell'estate
del 1967, il Club Alpino Italiano di Pontremoli decideva di rialzare, modificandola, la Croce. Una squadra di operai (Ditta Armanetti) e volontari lavorando alacremente riusciva in una settimana a rimettere in piedi il manufatto che, nel
mese di settembre, era di nuovo ben visibile, dall'alto dei suoi 7 metri da tutta l'alta Val di Magra.
Poi ancora interventi, fino all'ultimo
consolidamento effettuato dal C.A.I. di Pontremoli in collaborazione con la Ditta Mazzi, nell'estate del 2000, con il restauro del basamento in pietra, il rafforzamento della struttura in ferro, la verniciatura. Sempre nell'estate del 2000 il CAI,
in occasione del Grande Giubileo, ha illuminato la Croce attraverso un sistema di pannelli solari. Nell'estate del 2001, a cento anni di distanza, fu ricordato quel lontano 17 settembre 1901 con una solenne cerimonia sulla vetta del Marmagna.
Ricorderemo quanti sono saliti lassù durante questi anni, spesso con fatica, ma anche, ne siamo sicuri, con gioia e serenità, e ricorderemo
anche chi non è più sceso a valle. Su quel numero unico della Giovane Montagna del 1901, il Presidente Giuseppe Micheli scriveva, ricordando un amico, Alarico Pasini, segretario della Sezione del Club Alpino dell'Enza precipitato il 24 giugno
1898 dalle rocce dell'Orsaro e morto due giorni dopo nel ricovero del Lago Santo: "ora egli giace, fra il silenzio solenne dell'Alpe, nel romito cimitero di San Lorenzo del Bosco, circondato da quei monti ch'egli a tanto amato".
Oggi, primo luglio 2001, il pensiero non può non andare ad un altrettanto caro ed indimenticabile amico nostro e di quei monti; se nè andato da poco più
di un anno, in una luminosa giornata d'inverno, proprio ai piedi di questa Croce, lasciandoci una grande tristezza nel cuore e un struggevole nostalgia.
Pontremoli , 1° luglio 2001
Tonino Rosa, C.A.I. Pontremoli